Non voleva essere una cattiva domanda, era davvero curiosità sincera. Mi chiedeva se, non appena prodotto un testo, avessi qualcuno a cui voler far leggere ciò che avevo scritto. Non seppi rispondere e me la cavai con una battuta scema che ha certamente lasciato nel curioso una sgradevole sensazione di non aver ricevuto risposta.
Poi ho accantonato la domanda fino a che, spinta da diversi fronti, non ho letto il libro (bellissimo!) di Stephen King “On writing”. Non è il classico romanzo del re, è una biografia sul mestiere dello scrittore visto da lui, un libro che mi ha fatto capire tanto su King e tanto sui pregiudizi che avevo su di lui.
Ad un certo punto del libro, parla del lettore pilota e dice che per lui è sua moglie. Il re dell’horror ci commuove con un pensiero tenero in cui dice che quando scrive, pensa sempre che debba colpire lei. Il romantico re dell’orrore!
A tal proposito, il buon King non me ne vorrà se pubblico qui un pezzetto del suo libro e cito le sue parole, che sono ben migliori delle mie.


A parte commuovermi, a parte emozionarmi, dopo aver letto questo testo ho pensato che invece io no, non ho un lettore pilota che mi conosce così bene. Anzi, di più, non ho proprio un lettore pilota che mi conosce.
Il mio lettore pilota di solito è uno sconosciuto o comunque una persona che mi conosce poco. Non ho, tra i miei amici strettissimi, un lettore pilota.
Mi dico che il motivo è che deve amare il libro/testo che scrivo per ciò che dice, non per quanto mi rappresenti, ho bisogno che non trovi in ogni parola o in ogni personaggio “me”, come invece penso farebbe chiunque mi conoscesse. La realtà forse è diversa, la mia paura è che trovando me non le/gli piaccia ciò che vede e legge.
Esiste anche un’altra realtà, da dire spassionatamente, non è che c’è la fila fuori dalla mia porta per fare il lettore pilota, forse mi invento motivi per giustificare questa assenza fastidiosa.
I miei lettori pilota dei libri prodotti da ghost writer sono stati gli autori ufficiali. Erano “clienti”, anche se molti posso considerarli amici o qualcosa di molto simile.
Il mio libro “L’isola dei Gatti Scalzi”: il mio lettore pilota è stata Valentina (l’Author Advisor, colei che lo promuove) e poi la sciallator (che ci ha aiutato a rendere i dialoghi “giovani”).
I testi, gli articoli, tutto ciò che scrivo, lo faccio leggere a chi capita.
Questo ora potrei rispondere a quel misterioso curioso. Forse non è epico o romantico come Stephen King o altri, ma è vero.
Ora vorrei chiedere ad altri: ma voi lo avete il “lettore pilota”?