Il resoconto confuso e spettinato di una lettrice
FLIP = Festival Letteratura Indipendente Pomigliano d’Arco
Lo scorso anno avrei voluto partecipare a questo festival alla sua prima edizione, un imprevisto dell’ultimo minuto mi fece saltare la “toccata e fuga” prevista e non ci sono passata. Quest’anno ho colto l’occasione per dedicare del tempo al festival e conciliare la mia presenza con la visita ad alcuni amici che vivono qua vicino e a cui dedico troppo poco tempo. Per questo mi sono regalata una partecipazione da venerdì mattina a domenica a pranzo.
Ammetto che mi aspettavo una cosa tipo “Salone del libro”: un evento commerciale, qualche presentazione, in piccolo e con editori indipendenti. Qualcosa di commerciale che mi avrebbe dato il piacere di incontrare alcuni librai, scrittori ed editori che già conoscevo e i miei amici “di fuori”.
Non mi aspettavo ciò che ho trovato.
Sia l’organizzazione del FLIP che alcuni partecipanti hanno scritto frasi e saluti e ringraziamenti che sembrano stereotipi od ovvietà. Cavolo, non lo sono. Il FLIP è stato “vero”.
Penso tutto il male possibile dell’editoria in Italia, ma con il FLIP il male si è eclissato. Mi sono abbracciata con persone che amano profondamente il loro lavoro e lo fanno con dedizione, passione e sofferenza e si vede, si sente, si percepisce. Persone che non si sono risparmiate per fornire un’organizzazione impeccabile restando umanamente accessibili per due chiacchiere in un bar spingendo un passeggino con un bimbo adorabile.
Confesso che mi sono sentita un poco fuori posto, con la mia pessima memoria per nomi e volti e la mia introversa timidezza. Intercettavo i miei autori letti quest’inverno e preferivo non disturbarli per dirgli “Grazie per aver scritto” o simili banalità. Non sono un animale sociale eppure mi sentivo in un ambiente confortevole.
E cavolo se avrei voluto dire a Graziano Gala che ha scritto un librone o a Roberto Venturini che ha parlato di casa mia e a Federica Arnoldi che mi ha inchiodata alla sedia per una presentazione dove mi sono sentita una ignorante patentata e dove insieme ad Alfredo Zucchi mi ha incantata con fabula e intreccio.
Ma anche agli editori, tipo Wojtek, mannaggia a voi con dei testi da strapparsi la pelle. O Nottetempo che non so neanche se c’era e a cui avrei voluto strillare in testa: “Vi prego rimettete dritte ‘ste copertine che non le sopporto in orizzontale!”
Quanti altri dovrei citare, senza smuovere i mammasantissima tipo Pauls o Vollmann con cui non concordo su tante cose, ma che mi ha fatto sbellicare con i suoi homeless e il suo parcheggio.
E a proposito di domande, mi sto ancora chiedendo chi è quel tipo che cercava per forza la lite e che si è arrabbiato perché ad un’ora scandalosa si volevano chiudere le presentazioni e lui ha urlato che nessuno aveva chiesto a Vollmann la sua opinione sulla guerra. Avrei voluto dirgli: “Guarda che non è obbligatorio chiedere a tutti tutti tutti una opinione sulla guerra in Ucraina e, comunque, le domande si possono fare anche con buona educazione e senza che tu strilli come un tarantolato”, ma non sono sicura che lui avrebbe accettato il suggerimento visto che mi sembrava piuttosto uno che vuole trovare per forza qualcosa che non va in un lavoro che profuma di alchimia.
Perché questo è stato il FLIP: una magia.
La combinazione perfetta di “piccolo” e “grande”. Dove piccolo ha significato vicinanza, incontri casuali per la strada, saluti perché ci riconoscevamo tutti, gentilezza e accoglienza delle persone di Pomigliano e grande si è tradotto in un’organizzazione eccellente, con luoghi non solo confortevoli e belli, ma anche significativi. Il palazzo del Municipio (e l’aula consiliare), simbolo della comunità che si organizza e che pensa al bene comune. Il centro culturale con la piccola biblioteca, perché è la cultura l’unico mezzo per differenziarci dagli altri primati. Il parco pubblico che ci ricorda che questa terra è natura, è spazio, è aria e non solo perché così non ci contagiamo.
Non ho potuto seguire tutte le presentazioni, perché ho anche passato tempo ricco coi miei amici di sempre, ma tutte quelle che ho seguito sono state qualcosa di più prezioso di una semplice presentazione di un libro. La qualità, il livello di preparazione di autori ed editori forse era anche prevedibile, ma anche i moderatori e i relatori hanno surclassato qualunque altro professionista. Potrei essere considerata di parte quando cito il mio amico Antonello Saiz della libreria Diari di Bordo di Parma, ma come ha condotto la sua presentazione è stato per me sublime, a lui dovrebbero dare uno stipendio come lo si dà ai bibliotecari o agli insegnanti. Dovrei anche confessare il mio amore incondizionato per la presentazione della mia amica Miriam Corongiu, ma non serve, perché i 3 minuti di applauso della sala intera bastano da soli a spiegare la qualità dei contenuti. Infine dovrei anche non nominare Ciro Marino che non so se ha più pazienza, coraggio o bravura in quel sorriso semplice e sincero.
Ho preso talmente tanti appunti da sentirmi persa, per ricordare tutto e sentirmi così impreparata di fronte a tutto quello che ho imparato. Ecco, forse questa è stata la vera alchimia: non è stato un “salone”, una “fiera”, un “festival” è stato un incontro di amanti di libri che hanno trasmesso talmente tanto le proprie conoscenze e competenze da aver reso questi tre giorni una serie di lectio magistralis.
Il FLIP mi ha fatto venire in mente una persona. C’è “il professore” a Roma, che vende i libri a piazzale Flaminio su un banchetto, è diventato famoso recentemente perché gli hanno incendiato il banchetto e tutti i libri. A lui tutta Roma (e anche il resto d’Italia) si è stretta, gli hanno ricostruito il banchetto e gli hanno regalato tanti libri e lui ha potuto riprendere la sua attività. Quando sono andata a portargli i miei libri, lui felice e grato mi ha donato questa perla: “Davanti ai libri semo tutti uguali, nun ce stanno ricchi e poveri, politici o dottori, semo solo gente che legge.”
Professore, quanto saresti giusto qui al FLIP: “Semo solo gente che legge. Semo tanta robba”.
Grazie Pomigliano, grazie FLIP.
PS: alcuni amici mi hanno rimproverata perché non ho fatto foto e non mi sono fatta selfie con autori e presentatori… vi chiedo scusa, ero troppo immersa nell’emozione per poter pensare di disturbare un bel discorso per fare una foto. Però ho fatto delle foto secondo me molto belle e quelle sì, voglio condividerle con voi.