Ne ho parlato spesso, perché è un pezzo di cuore, ma oggi voglio raccontare gli eventi di una delle mie librerie del cuore.

Ho parlato e promosso più volte azioni per salvare la libreria di Tor Bella Monaca a rischio di chiusura per un’incomprensibile scelta commerciale del proprietario delle mura.
Nonostante i debiti (contratti causa COVID) fossero pronti per essere saldati (grazie al contributo di gente comune), nonostante la passerella (gradita, quanto inutile) di personaggi pubblici di importante levatura, le promesse di azioni (promesse su carta, ma non realizzate) di varie persone VIP o meno e complice l’assordante silenzio della politica del territorio e/o della sua opposizione, non c’è stato verso di farcela: la libreria è stata sfrattata.

Abbiamo raccolto coi secchi le lacrime della libraia e di quanti la sostenevano, eravamo increduli davanti a questo scempio. Non piangiamo per la ricca Feltrinelli International a Piazza dell’Esedra (che pure è stata una sofferenza vederla chiudere), ma per l’unica libreria di Tor Bella Monaca, una zona di Roma conosciuta solo per la cronaca nera. Uno dei pochi punti di aggregazione culturale in zona che scava trincee culturali e le porta ai passanti con amore e dedizione (e anche ostinazione, per fortuna).

Ieri ho letto sul giornale del verdetto dell’omicidio di Colleferro: giustizia è stata fatta? Non lo so, non sono un giudice e la vicenda è talmente tanto dolorosa che non voglio neanche toccarla. Però mi interrogo davanti alla gioia per due ergastoli, mi chiedo come non ci si può sentire falliti davanti a questi assassini? E se pensate che le due cose (le sorti della libreria e gli ergastoli) siano slegate, allora siete, siamo, lontani dalla realtà.
Se i due fratelli, insieme ai pub, alle palestre, alle bravate da muretto, fossero stati circondati da luoghi come questa libreria, staremmo a parlare ancora della bellezza di due ergastoli? O non staremmo chiacchierando delle vicende del Conte di Montecristo o dei gialli di Montalbano con i fratelli e Willy ancora tra noi?

Certo non basta una libreria per arrivare a questo risultato, ma è sicuro che senza non ci si arriva.

Lo so, sono una romantica, sono convinta che solo la cultura ci salverà dagli ergastoli e della gioia che essi portano alle nostre vite. E solo posti come quelli di Tor Bella Monaca (insieme a tante altre librerie che soffrono come lei) possono riportarci alla giusta considerazione di una realtà che tanto bella non è.

E questa inguaribile romantica vi vuole raccontare un lieto fine: la libreria è stata sfrattata, ma al piano di sopra di dove si trova ora, ha trovato un altro locale e si sta trasferendo. La testa dura della libraia, le lacrime costruttive di tutti noi e una catena umana che aiuterà nel trasloco faranno in modo che gioire per due ergastoli si allontani un poco poco dalle nostre vite.

Ora a voi, concittadini la scelta: venite a vedere come in libreria si salvano le vite delle persone. Vi aspettiamo a TBM.

La mappa della libreria dopo il trasloco :D

PS: nella foto, sono quella del computer 😉