Librerie Indipendenti

Sentiamo spesso parlare di librerie indipendenti, ma solo gli addetti al settore sanno davvero cosa e chi sono e, soprattutto, i problemi che hanno.

Le librerie indipendenti sono quei negozi che non appartengono a nessun marchio editoriale. Per esempio, Feltrinelli o Mondadori NON sono indipendenti perché il loro negozio è espressione della linea editoriale e commerciale del loro brand.

Quindi una libreria indipendente è “libera” di vendere ciò che vuole, di esporre ciò che vuole e come vuole in vetrina e nel negozio e/o di integrare le proprie vendite con attività commerciali a corollario. Le librerie di marchio non possono farlo perché le scelte vengono imposte dal marchio stesso.

Amiamo, la mia squadra e io, le librerie indipendenti perché accettano anche le voci fuori dal coro e ciò che non è massificazione. A volte scovano tesori preziosi o libri straordinari che hanno un mercato ridotto e che quindi sono esclusi dalla grande distribuzione. Possiamo dire che la differenza tra una libreria indipendente e le altre è la stessa che c’è tra il contadino con la sua terra in coltivazione biologica messo a confronto con i prodotti dei grandi marchi di produzione distribuiti nei supermercati.

La loro differenza però, non è soltanto ideologica o filosofica, la differenza con le altre librerie è anche di natura pratica, logistica ed economica. Le librerie delle grandi catene godono di alcuni vantaggi dovuti proprio al brand, per esempio, se un libro rimane invenduto il reso è garantito, non è detto che sia così per gli indipendenti. Inoltre spesso alle librerie indipendenti vengono imposte delle modalità di pagamento molto più stringenti e quindi se un libro fatica un po’ a vendersi ci si potrebbe trovare a pagare le copie giacenti in negozio ancora prima che possano essere vendute.

Una cosa è certa: non è facile la vita del/la libraio/a indipendente.
Quali sono i problemi più comuni e chi è che ce la fa?

Non sono un’economista, quindi non so sciorinare numeri e statistiche e la mia visione potrebbe essere molto limitata, ma dalla mia esperienza vedo che chi ce la fa è sicuramente chi è molto preparato e chi ama profondamente il proprio lavoro. Che segua una nicchia specifica di mercato o sia una libreria generica, in ogni caso chi sta nel negozio che funziona ha grande competenza e legge tantissimo. Lo so, vi sembrerà “ovvio” che un libraio/a legga, ma non datelo per scontato! Entrate in una grossa libreria di catena e chiedete a qualche commesso di darvi un consiglio, poi fatelo in una libreria indipendente, vedrete qualche differenza, siamo pronti a scommettere (lo rende molto bene il personaggio in “C’è posta per te”, la libraia di nicchia che va a vedere il concorrente gigante che la farà chiudere).

https://www.youtube.com/watch?v=ps2CGU-JZw0

Chi resiste è anche chi riesce ad aggiungere attività a corollario alla propria libreria, iniziative culturali, corsi o laboratori che aiutano un po’ le entrate e permettono il pagamento dei conti, ma è necessario che le persone partecipino, siano presenti e contribuiscano ai progetti.

Il rapporto con gli editori è inoltre di fondamentale importanza per queste librerie, se gli editori non collaborano, le librerie non ce la fanno. Così come i distributori, che di solito nella catena dell’editoria non sono proprio quelli più ininfluenti o i più generosi.

Infine c’è la vendita online dai grandi colossi ad ostacolare la serenità di queste librerie, competitor terribile, perché efficiente ed economico. A nulla è servito il timido tentativo della politica di mettere un freno al potere dilagante di questi colossi: limitare lo sconto sui libri forse ha fatto più danni che altro.

La verità è che le librerie sono in pericolo, eppure sono presidi che andrebbero tutelati. Ci vorrebbero intenzioni politiche e azioni economiche che aiutassero a proteggerle, ma non è facile, anche se avessimo la miglior classe politica del pianeta.

L’unica cosa che possiamo fare al momento, noi lettori, è “adottarle”. Personalmente, con la mia squadra, ne abbiamo adottate 3: Booklet Le Torri a Roma di Alessandra Laterza, Wojtek a Pomigliano d’Arco di Ciro Marino e Diari di bordo a Parma di Antonello Saiz e Alice Pisu. Facciamo in modo di comprare da loro, direttamente o per spedizione (tramite Bookdealer -*-), e scegliamo di non comprare online dai grandi nomi. Cerchiamo di comprare almeno uno o due libri in ciascuna di loro, è una goccia, certo, ma è il nostro contributo e ringraziamento per il fatto che esistano.

E’ una piccola goccia nell’oceano, certo non possiamo garantirgli entrate o continuità, ma è anche un modo per farli sentire meno soli in un mondo che sempre di più massifica e cancella le diversità. Loro combattono una guerra che dovrebbe essere anche quella di ciascuno di noi.

Insomma, quando entrate in una libreria indipendente, non pensate che siete in un negozio come tutti gli altri, perché non è così. Non uscite senza un libro e, se potete, compratelo a prezzo pieno.

Noi lo facciamo, diventiamo tanti!

 

 

-*- BookDealer è una piattaforma dedicata alle librerie indipendenti. Si possono acquistare libri in una specifica libreria e aiutarli anche da lontano. Non è un “librificio” come altri store online di cui non faccio nomi (ma che finiscono in -zon). Le librerie su quella piattaforma forniscono consigli, fanno pacchi regalo, ma al contempo garantiscono la comodità di un acquisto fatto dal divano di casa.